– …pronto!? Ehi, ciao ma'!
– Ma dove stai? Ho visto su Facebook che sei a Londra!
– Si, ma', te l'avevo detto! Vado alla cerimonia di "The World's 50 Best Restaurants"
– …di che? (Se a mia madre dico YES pensa che le stia intimando di uscire nel dialetto del mio paese pugliese)
– Eh…come te lo spiego!? A te piace andare al cinema, vero?
– Sì…
– …ecco, ora immagina se ti invitassero alla notte degli Oscar…
– Ah! Bellissimo!
Le mie sedici ore londinesi, di cui dieci passate in taxi, in hotel a prepararmi e a dormire, sono state palpitanti. Tutti o quasi i miei eroi dei fornelli erano lì, ad un passo da me. Autori di dipinti e sculture commestibili, capaci di mettere in fila una brigata di 10 persone per un impiattamento, inventori dei piselli ripieni che compongono giardini botanici di fiori, muschi, foglie e germogli su piatti bianchi, ardesia, pietre e assi di legno o tronchi di pino.
L’occasione di assistere ad uno degli eventi più importanti nel mondo dell’alta gastronomia mondiale mi è stata offerta da Zacapa, nome sinonimo di rum d’eccellenza, azienda nata in Guatemala che può vantare una lunga tradizione ed un’attenzione unica per le materie prime ed i processi di produzione. Nelle prossime settimane vi parleremo dettagliatamente della gamma dei rum e vi proporremo un menu speciale all’interno di un progetto che ci ha affascinati e conquistati fin dal primo momento. E proprio Zacapa è stato anche quest’anno uno degli sponsor di "The World's 50 Best Restaurants", protagonista del momento aperitivo e promotore del prestigioso premio Sustainable Restaurant Awards.
Procediamo con il racconto dettagliato della memorabile giornata. L’affiatato ed entusiasta gruppo Zacapa (composto da me, Sandra aka Un Tocco di Zenzero & Francesco, Area Manager di Diageo, distributore unico per l’Italia del prodotto) era in giro dalle 16:00, alle 16:30 sorseggiava già un Altitude Cocktail con Zacapa23 al Ritz accompagnato da tartine memorabili e cioccolata Barry; il tutto mentre nel salone adiacente un folto gruppo di signore ultrasettantenni si accingeva a prendere il tè delle cinque.
Eravamo pronti ad assistere ai festosi saluti tra colleghi chef, giunti da tutto il mondo, nel piazzale antistante la Guildhall Art Gallery, riconoscibili da una cangiante sciarpa di seta azzurra avvolta intorno al collo.
Entrati nel vivo della serata le danze sono state aperte con uno champagne tiepido, ahimè nota stonata. Al primo sorso ho pensato che avrei dovuto immaginarlo contando l’immenso numero di flute sul vassoio, senza un accenno di brina. Mi sono rifatto subito con un rabbocco da bottiglia appena presa dalla glacette. Nonostante il mio debole per le bollicine qualcosa ha attirato la mia attenzione verso l’angolo Zacapa (vedere foto che segue) ed il tempo è trascorso veloce tra amici che andrò presto a trovare a Modena per un Panino memorabile ed una partita a bigliardino, gente simpatica, fingerfood assolutamente deliziosi ed un fallimentare tentativo di spacciarmi per lo chef del ristorante piazzato al 51esimo posto (vedere foto precedente). In realtà la sciarpa era davvero del vincitore del premio beffa 2014, il caro Scabin, da cui non ho ancora avuto il piacere mangiare…ma è solo questione di tempo.
I pronostici sono stati diversi e contrastanti. Più di qualcuno proclamava la nostra Osteria Francescana favorita, altri il D.O.M. in vista dei mondiali in Brasile, c’è chi era sicuro della riconferma dei fratelli Roca e chi infine pronosticava un ritono al top del Noma. Il finale già lo sapete tutti: Noma back to top e tanti complimenti a loro. I fratelli Roca ottengono un secondo posto che non è proprio da buttar via e a Jordi Roca va il premio come pasticcere dell’anno (finalmente so a chi ordinare le zeppole per San Giuseppe). Massimo Bottura si riconferma terzo e siamo contenti quantomeno di non aver perso il podio. Le Calandre retrocede di molte posizioni e si piazza 46’ mentre Piazza Duomo sale al 39’ posto.
Alex Atala del D.O.M. si aggiudica il premio Chef’s Choice, di grande prestigio. Premio alla carriera per Fergus Henderson, il padre del “nose-to-tail cooking” ovvero “del maiale non si butta via niente”. Best Female Chef alla bellissima (e immagino anche bravissima) Helena Rizzo del Mani.
Il Sustainable Restaurant Awards, promosso da Zacapa, va invece ad una delle mie prossime mete culinarie: Azurmendi a Larrabetzu in Spagna.
Oltre al live su twitter con una connessione wifi intermittente e a questo reportage dissacrante, mi resta una chiara e lucida certezza: tornare a "The World's 50 Best Restaurants” sarà sempre un piacere.