Post in Collaborazione con il Consorzio Cacciatore Italiano
Nel corso degli anni mi sono accorta che mi relaziono alla cucina con un approccio molto didattico. A differenza di Pietro che ha un talento innato nell’elaborare le ricette, io devo studiare, approfondire, sperimentare e poi definire. Il punto di partenza, di solito, è la tradizione: mi immergo nei libri di cucina che colleziono e mi lascio ispirare. Anche per questa ricetta è andata esattamente così.
Sono stata coinvolta dal Consorzio Cacciatore Italiano in un progetto di promozione e valorizzazione del celebre salume. Quando si parla di Cacciatore o Cacciatorino si fa riferimento a tutti i “salami stagionati, di piccola taglia, tali da poter essere portati nella sacca del cacciatore, come piccolo pasto”. Anche in questo caso c’è una storia da raccontare, che ha come protagonista la Qualità, oggi riconosciuta e tutelata in tutta Europa grazie alla registrazione della DOP – Denominazione di Origine Protetta, ottenuta con il Reg. CE 1778/2001.
Un salume dell’eccellenza gastronomica italiana, un prodotto della nostra storia nazionale che merita di essere servito anche durante i giorni di Festa, quelle ricorrenze importanti che annualmente riuniscono le famiglie e gli amici intorno a un tavolo, felici di condividere un pasto e tanti sorrisi. Ed è così che sono andata ad approfondire quali sono i piatti che nelle diverse regioni vengono serviti durante il Natale e mi sono imbattuta nella “Minestra Maritata”.
È il piatto delle grande occasioni, servito principalmente durante le feste di Natale e Pasqua in Campania. Il nome “maritata” trae origine dal matrimonio figurato che gli ingredienti combinano tra loro, alla ricerca dell’equilibrio perfetto. La verdura e la carne presenti in questa minestra possono variare a seconda della stagione e della disponibilità della materia prima, alla ricerca del gusto rassicurante di una ricetta figlia della più autentica tradizione contadina.
La preparazione è semplice, ma deve essere eseguita come fosse un rito, perché le verdure vanno preparate singolarmente e poi unite solo alla fine. Sono scarole lisce e ricce, cavolo verza, broccoli neri, cicoria, bietola, borragine e tutte le altre reperibili in quel momento.
Per scoprire quali ho scelto non vi resta che andare a leggere la ricetta e ne approfitto per augurarvi Buon Natale, riscaldato da questa minestra, se volete.
Ingredienti:
2 litri di Brodo vegetale (carota, cipolla bianca, costa di sedano, foglia di alloro, due chiodi di garofano)
3 costine di maiale
1 cespo piccolo di indivia
1 cespo piccolo di cavolo nero
1 cespo piccolo di cicoria
1 cespo piccolo di scarola riccia
Olio extravergine d’oliva
Sale
Versate il brodo in un ampio tegame, raggiunto il bollore aggiungete le costine di maiale e lasciatele cuocere per almeno un’ora. A cottura ultimata estraete la carne dal brodo e tagliatela in piccoli pezzetti, che terrete da parte.
Mondate e lavate con cura le verdure, tagliatele e disponetele separatamente in delle ciotole. Versate il brodo in un ampio tegame e portatelo nuovamente a bollore, aggiungendo gradualmente le verdure: prima l’indivia, la cicoria, la scarola riccia e infine il cavolo nero. Fateli cuocere per una ventina di minuti, terminati i quali aggiungerete anche la carne precedentemente tenuta da parte. Controllate la sapidità ed eventualmente aggiungeteci il sale.
Impiattamento
Fette di pane di grano duro
Salame Cacciatorino
Impiattate in un piatto fondo o in una scodellina di ceramica, accompagnando il piatto con le fette precedentemente tostate di pane di grano duro e alcune fette di salame cacciatorino. Servite il piatto ancora tiepido con un filo di olio extravergine di oliva.