Il nostro Vinitaly

Quando sul web impazzano i racconti della manifestazione dedicata al vino più grande in Italia, noi iniziamo a parlarvi dei nostri due giorni a Verona con un'immagine che di viti e vignaioli ha ben poco.


Panzerottini


Se siete stati in Salento almeno una volta lo riconoscerete subito, altrimenti vi toccherà leggere di cosa si tratta. Non è gnocco fritto né mezze lune da primo piatto: sono "Panzerottini". La sostanza è quella dei classici panzerotti, ma in versione mignon, più accattivanti e con la disastrosa qualità per la linea di essere tanto buoni da volerne mangiare senza essere mai paghi. Il nostro primo giorno al Vinitaly è stato dedicato interamente a questa prelibatezza prodotta da nostri carissimi amici d'infanzia. Vi avevamo parlato in questo POST del Pastificio Mattarello, negli ultimi anni l'azienda Pasta Ligorio ha arricchito il catalogo dei suoi prodotti con i deliziosi panzerottini, per l'impasto solo farina di grano tenero, acqua, olio e sale, nessun lievito né strutto; per il ripieno due varianti: pomodoro e mozzarella o la versione piccante con un salame di Oria (Br) che ricorda vagamente la 'nduja calabrese. Il prodotto in questione è stato da sempre venduto fresco, il Vinitaly (nell'ambito di PastaTrend all'interno del padiglione di Agrifood) è stata l'occasione per il lancio del surgelato, non in senso fisico ovviamente.

Grazie di cuore a Paola Sucato aka Cipolla per la foto

Chi poteva friggere per permettere a tutti di assaggiare questa prelibatezza? Pietro senza alcun dubbio! Così, indossato il grembiule, ha trascorso gran parte della giornata a soddisfare i palati più esigenti e dimostrare che in soli 90secondi si può gustare uno street food d'eccellenza, che racchiude i sapori e la genuinità pugliese. Non possiamo che augurare ai nostri carissimi amici Lucio e Dino ogni fortuna e tanto successo per i Panzerottini surgelati, noi nel frattempo non vediamo l'ora di tornare in Puglia per poterne mangiare ancora, tanti.


Salone Foresteria Casa Vinicola Zonin


Ovviamente Vinitaly è soprattutto vini, nelle loro più variegate sfaccettature, da quelli di grandi cantine conosciute in tutto il mondo alle piccole realtà da scoprire e degustare con un piacere sempre sorprendente. Iniziamo a raccontarvi delle prime, importantissime se non fondamentali per l'intera economia vinicola nazionale. Tra queste realtà abbiamo avuto il piacere di raccontarvi già qualcosa della Casa Vinicola Zonin (questo il post), a Verona abbiamo rincontrato Francesco Zonin e trascorso una piacevolissima serata a cena nella tenuta di Gambellara, cuore pulsante dell'azienda. Un menù semplice dai sapori decisi, accompagnato dai vini Zonin sapientemente abbinati. 


Nella meravigliosa Sala della Foresteria della Casa Vinicola Zonin abbiamo potuto gustare i piatti dello chef di casa Diego Gottardo e dello Chef Dino De Bellis (Ristorante Il Salotto Culinario): Gnocchi di patate al ragù genovese su fonduta di fiocco di Tuscia per iniziare (Aquilis Friuli Aquileia DOS 2011 della Tenuta Ca' Bolani); Guancetta di maialino iberico brasato al chianti su crema di patate arrostite ed erbette aromatiche per secondo (Le Ellere Chianti Classico DOCG 2009 di Castello d'Albola) e per finire Semifreddo ai Cantuccini su crema al vin santo (Vin Santo, Chianti Classico DOC 2003 di Castello d'Albola). Non potevamo augurarci di trascorrere una serata in modo più piacevole.

Tornati nella cornice della fiera di Verona le strade tra me e Pietro si sono divise. Lui aveva diversi impegni ed è riuscito a concedersi solo una visita al Vivit, lo spazio dedicato ai vini naturali; io, invece, ho con gioia riabbracciato tanti amici (Romina del Caseificio Marovelli,  Elena "MenoMaleSonGolosa" presso lo stand dei vini Fèlsina, tutto il team di Quota101 per cui abbiamo realizzato la ricetta di Street Food con i carciofi) e goduto di un'interessante degustazione guidata presso lo stand dell'azienda Marchesi de' Frescobaldi.



Nostra guida attraverso i sapori della Toscana è stata Sergio Di Loreto, trade marketing manager dell'azienda, professionista dal carisma travolgente che ha saputo catalizzare l'attenzione aiutandoci a scoprire non solo i sapori dei vini, ma anche la storia che dietro ad essi si cela.

Abbiamo iniziato con un Pomino Benefizio, in Toscana pare sia il vigneto più alto quello della tenuta dei Marchesi de'Frescobaldi ed è stato il primo bianco italiano interamente fermentato in barrique; il secondo vino degustato è stato l'Ammiraglia, un syrah in purezza dell'unica tenuta senza castello dell'azienda (piccola curiosità); il terzo è il signore della regione, il Brunello di Montalcino Castelgiocondo, vino dall'etichetta facilmente riconoscibile per il bellissimo affresco su rappresentato; ultimo il Mormoreto, vino del Castello, i cui vitigni sono visitabili previa prenotazione.




Vigne Vignaioli e Terroir, passiamo al racconto ed alle emozioni di Pietro.
Il Vinitaly è immenso. Chi lo frequenta assiduamente o chi semplicemente c’è stato una volta lo sa. La mia prima volta era stata quasi traumatica: 6 ore a disposizione per quasi 100.000 mq di superficie, più di 4.000 espositori in oltre una dozzina di padiglioni. Si passa in un secondo dallo stupore, conseguenza del trovarsi nel paradiso del vino, ad un’assoluta sensazione di smarrimento ed eccitazione che assomiglia a quella di un bambino di 4 anni ad Eurodisney. 
Anche quest’anno ho le ore contate, così decido di farmi monopolizzare da un pezzetto del padiglione 11 che ospita la seconda edizione del  ViViT in collaborazione con l’associazione Vi.Te (Vigniaioli e Territori). 

Vivit
Un viaggio nel mondo dei vini naturali in compagnia di un paio di amici/guide (Max di Avvinare & Massimo di Paladar) per scoprire vini diversi,  specchio del territorio in cui vengono prodotti e  dei vignaioli coraggiosi ed orgogliosi delle proprie idee.
La differenza più evidente è nel post-degustazione. Dopo qualche ora ed oltre una cinquantina di vini naturali assaggiati sento le gambe appesantite ed avverto un leggero stordimento, ma non ho il minimo segnale di mal di testa, conseguenza scontata dopo aver bevuto così tanti tipi di vino. Sì, io quando degusto il vino lo bevo anche…non posso farne a meno.
Ho sentito il mare nel “Vignamare” (appunto) di Nino Barraco, da uve Grillo di un appezzamento a Marsala a due passi dalla spiaggia. Ho fatto un tour emozionante tra i profumi dei bianchi di Nikolaihof. Ho assaporato l’eleganza del Verduzzo di Bressan e del Moscadeddu di Dettori e la freschezza del Vermentino di Santa Caterina. Mi sono emozionato con il Sauvignon di Hervé Villemade ed ho ritrovato vecchi amici degustando i vini di Arianna Occhipinti.

Vini Dettori
Poco tempo disponibile anche questa volta, ma se ne avessi avuto di più, forse, non mi sarei mosso da lì.  
Abbiamo vissuto le quarantott'ore come fossero stati 5 giorni, con la sensazione, però, di non aver assaggiato tutto quello che avremmo voluto e che ci eravamo ripromessi, con il rammarico di aver dimenticato di salutare qualcuno. Attendiamo il prossimo appuntamento e siamo già in fermento per riuscire a contattare i produttori dei vini particolari che abbiamo assaggiato, con il desiderio di acquistare bottiglie da onorare con amici e cene memorabili.


1 Comment

  1. romina marovelli 30 Marzo 2014 at 7:48

    Bell'articolo e grazie di avermi menzionato , sei sempre troppo gentile

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