Siamo reduci da un week end impegnativo da un punto di
vista emotivo, non parlo solo di me e Pietro, ma dell’intero popolo italiano
amante del calcio e portatore sano di spirito sportivo. La Nazionale è fuori
dall’Europeo 2016 e anche se avete provato a non percepire la notizia, vi sarà
capito sicuramente sotto gli occhi un messaggio, un’immagine o un video che
racconta della partita di Sabato scorso, quella in cui la Germania ha battuto
gli azzurri ai calci di rigore, quella in cui il cuore batteva tanto forte che
ho temuto balzasse fuori dal petto.
Non sono una tifosa accanita e probabilmente mi si
potrebbe definire una seguace calcistica dell’ultimo minuto, ma quando ci sono
partite come questa diventa inevitabile tifare, così mi ritrovo a sfruttare in
modo costruttivo tutto quello che ho imparato sul calcio nei miei trent’anni di
vita. Conosco ogni regola, mi aggiorno dopo le modifiche dei regolamenti e dei disciplinari,
analizzo con attenzione le formazioni prima del calcio d’inizio, come se sapere
chi è schierato in campo possa in qualche modo farmi avere una visione più
chiara di quale sarà l’andamento dell’incontro. La verità è che guardare da
sola la partita mi fa sentire libera di arrivare impreparata, ma farlo in
compagnia mi obbliga a essere partecipe e a non limitare i commenti
all’avvenente aspetto fisico dei calciatori. La definirei una sorta di
responsabilità sociale.
Come vi ho raccontato un paio di settimane fa nel post
“Di partite, videogiochi e Coca-Cola” c’è un altro aspetto, oltre al senso di
responsabilità che mi vuole preparata e diligente durante i match, che per me non
è possibile trascurare: il cibo e le bibite che accompagnano il momento del
tifo. A tal proposito mi è tornata in mente un’immagine dell’infanzia, quando
guardavo il pallone rotolare su quel grande campo verde pensando alla fortuna
dei calciatori, che potevano correre per tutto quel tempo senza nessuno che gli
dicesse “Piano che potete cadere! Basta che state sudando! Tornate a casa che
avete corso abbastanza per oggi!”, tutti moniti di mia madre, che a sei anni
avevo difficoltà a comprendere. Era proprio quello il periodo in cui guardavamo
le partite tutti insieme, mangiando spiedini di frutta. Ebbene sì, proprio
della freschissima frutta tagliata a cubetti e servita come fosse pronta per
essere adagiata su una brace.
All’epoca non mi sono mai soffermata troppo a pensare
che l’idea fosse davvero geniale: non ho mai amato la frutta, ne ho sempre
mangiata poca e continuo, mio malgrado, a centellinarla ancora oggi. Sono
golosa solo dei frutti di stagione e mi obbligo ad assumerne quantità da adulto
in frullati e centrifugati. La tecnica di farmela mangiare distratta dalla
partita era sempre vincente. Da quando sono andata a vivere da sola, invece, le
scelte del cibo da consumare guardando la partita ricadono per lo più su piatti
da poter gustare comodamente seduti, occupando poltrone e divani senza
diventare acrobati dell’assaggio.
Anche in questa occasione il supporto di Deliveroo Italia è
stato fondamentale. Abbiamo scelto di ordinare da un ristorante che avremmo
voluto provare tante volte, ma che non eravamo mai riusciti a testare. Pochi
click dall’applicazione e il gioco è fatto: pollo, uova e patatine da “Coq”, il
regno del pollo ruspante italiano, allevato all’aperto e nutrito solo con mais
non OGM. Materie prime selezionate, ricette classiche realizzate con attenzione
per offrire piatti gustosi perfetti per tutta la famiglia. Ogni boccone è stato
accompagnato da una fresca Coca-Cola, la classica per me e la Zero per Pietro,
che la preferisce dal giorno in cui l’ha assaggiata per la prima volta.
Abbiamo mangiato lentamente, dilatando i tempi della
cena, diventata inesorabilmente lunga, proprio come l’ultima partita
dell’Italia in questo Campionato Europeo 2016. Tra qualche giorno si disputerà
la finale, sarebbe inutile fingere che non avremmo voluto tifare gli azzurri
con tutta la passione che abbiamo, ma ci arrendiamo all’evidenza e proviamo a rallegrarci
immaginando quale potrà essere il prossimo ristorante da provare comodamente
seduti sul divano. Si sa, il cibo è un ottimo mezzo per consolarsi dalle
delusioni, soprattutto calcistiche.